A Serralunga d’Alba Sabato 28 e domenica 29 settembre 2013 si è svolta la prima edizione del festival “Cugnà-Densa meraviglia di Langa”.
Nel più bel castello di Langa, unico esempio di struttura francese Dojon in Italia, si è svolto un piacevole dibattito dal tema: “Mosto, tradizione, danza e testimonianze”. Al dibattito hanno partecipato Bruno Cingolani, chef rinomatissimo del ristorante albese “Dulcis Vitis”, il poeta della terra Mario Sandri, la Confraternita della Nocciola Tonda Gentile di Langa di Cortemilia, rappresentata da Livio Bramardi e molti altri.
A portare il saluto ai presenti il consigliere regionale Giovanni Negro e l’assessore regionale Alberto Cirio, a far gli onori di casa il sindaco Gianfranco Capoccia, il vicesindaco Sergio Cravanzola ed il presidente della pro loco Claudio Boasso.
Livio Bramardi ha dissertato sul valore storico della cugnà come cibo della sopravvivenza che ebbe il suo massimo utilizzo durante le due guerre mondiali seguito dall’oblio durato mezzo secolo. Poi, finalmente, la riscoperta e la sua gloria come cibo cult. Oggi la cugnà accompagna formaggi rari e costosi come il Castelmagno, la polenta di mais otto file oppure è presentata in eleganti vasetti nelle più disparate creazioni.
La base della cugnà è mosto di vino (magari moscato) fatto cuocere sul fuoco di una stufa a legna. Spesso viene usata per accompagnare il cappone di Morozzo o di Barolo o col roquefort oppure ancora con un bollito di Carrù. Qui però c’è una diatriba che si consuma per ore nei ristoranti di Langa sul fatto che con questo piatto sia più appropriata la cugnà a base di barbera.
Tra un intervento e l’altro il poeta della terra, con poche rime, esaltava la bontà della cugnà. Dotto l’intervento dello chef Cingolani che ha spiegato che negli anni passati la cugnà nasceva dal recupero del surplus di mosto e frutta e con dovizia di particolari ha illustrato alcune tecniche per migliorare la qualità del prodotto finito.
Applausi per tutti ed in particolar modo all’agricoltore Luca Gallo premiato come il Serraunghese più genuino. Poi, delizioso buffet preparato dai ristoranti di Serralunga.
Domenica invece, di buon mattino, sulla piazzetta sotto l’alta torre del castello, si apriva un mercatino di cose buone, formaggi, carni, salumi, porri di Cervere, centinaia di barattoli di cugnà, ed un bel banco con le prime castagne.
A far colpo sui tanti turisti il banco minimalista della Confraternita della Nocciola che Livio Bramardi, non più in veste di relatore ma come propagandista della nocciola, ha gestito con successo: un tavolo da pic-nic, un gagliardetto della Confraternita e… alcuni pacchi di nocciole. Degustare senza fronzoli un frutto della terra tra i più golosi… cosa volete di più. J
Tanto il successo nelle vendite che ha ripetuto il banchetto anche sotto il tendone allestito per il pranzo dove oltre 150 persone hanno degustato un’ottima polenta con il “bagnet” del diavolo e un bollito con cugnà in più versioni.
Mattatori Claudio Boasso e Sergio Cravanzola, infaticabili nel gestire le due giornate e sempre pronti a dare una mano.